Raoul Wallenberg, un eroe tragicamente sfortunato.

Il Giusto tra le Nazioni Raoul Wallenberg

RAOUL WALLENBERG, UN EROE TRAGICAMENTE SFORTUNATO

Il Giusto tra le Nazioni Raoul Wallenberg
Il Giusto tra le Nazioni Raoul Wallenberg

Raoul Wallenberg, un eroe tragicamente sfortunato. Il diplomatico svedese Raoul Wallenberg salvò la vita a migliaia di ebrei in una Budapest occupata dai nazisti. Purtroppo, la tirannia psicopatica di Stalin, invece di riconoscerne il valore e il coraggio, lo incarcerò spietatamente.

Negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale i nazisti avevano stabilito quale dovesse essere la loro priorità assoluta: lo sterminio degli ebrei. I generali tedeschi richiedevano che le truppe venissero inviate, con la massima sollecitudine, verso i fronti di guerra. In modo da contrastare l’avanzata dell’Armata Rossa e degli anglo-americani. Nonostante ciò le tradotte militari dovevano concedere la precedenza ai treni che deportavano gli ebrei verso i campi di sterminio.

In una Budapest, in cui ormai si udivano in lontananza i colpi dell’artiglieria dell’Armata Rossa, i nazisti guidati dal criminale Adolf Eichmann, spendevano tutte le loro energie per sterminare la comunità ebraica. In quell’inferno piombato sulla terra emersero degli eroi. Una tra questi era Raoul Wallenberg.

 

L’EROE RAOUL WALLENBERG

 

Raoul Wallenberg aveva una cultura cosmopolita. In uno dei suoi viaggi aveva anche visitato la città di Haifa, nel nord d’Israele. Dove aveva avuto modo di conoscere degli ebrei che erano fuggiti dalla Germania per evitare le atrocità commesse dai nazisti.

Durante la Seconda Guerra Mondiale la Svezia si mantenne neutrale e Wallenberg venne inviato in Ungheria come rappresentante di una società svedese di import-export.

Fino all’inizio del 1944 il governo ungherese, pur essendo filotedesco, si rifiutava di mettere a repentaglio la vita dei suoi cittadini ebrei. Di conseguenza, vi era una situazione simile a quella presente in Italia fino all’otto settembre del 1943. Pertanto, i cittadini ebrei erano discriminati, ma la loro esistenza non era in pericolo. Purtroppo, nel marzo del 1944 i nazisti invasero l’Ungheria e affidarono all’ufficiale delle SS Adolf Eichmann il compito di attuare la cosiddetta “Soluzione Finale”. Il leader ungherese Miklos Horthy, sensibile alle pressioni internazionali, intervenne però per interrompere le deportazioni. Provocando così l’ira dei nazisti.

Il criminale nazista Adolf Eichmann
Il criminale nazista Adolf Eichmann

Raoul Wallenberg, forte del fatto di essere un cittadino di un paese neutrale, e con l’appoggio incondizionato del governo svedese non ebbe alcuna remora nell’affrontare i nazisti. Istituì un particolare tipo di documento: lo “Schutzpass”. Chi lo possedeva era esentato dalla maggior parte delle leggi antisemite, tra le quali l’obbligo di indossare la Stella di Davide. Praticamente si usufruiva della protezione diplomatica svedese. Wallenberg si adoperò affinché il maggior numero di persone possedesse tale documento.

Quando ormai pareva che ogni pericolo fosse scongiurato purtroppo, il 15 ottobre del 1944, i tedeschi deposero il leader Miklos Horthy e, al suo posto, insediarono Ferenc Szàlasi. Un fanatico antisemita che aveva fondato le Croci Frecciate. Una organizzazione nazista. Le Croci Frecciate avevano pochissimo rispetto per le protezioni diplomatiche che offriva Wallenberg. Nonostante Wallenberg avesse ospitato migliaia di ebrei in residenze ufficialmente svedesi le Croci Frecciate facevano irruzione prelevando le loro vittime.

Wallenberg però non demordeva. Con il suo coraggio e la sua grinta minacciava gli ufficiali tedeschi di provocare un incidente diplomatico con la Svezia. In questo modo otteneva che molti ebrei venissero rilasciati. Inoltre, collaborava con altri due eroi che si distinsero nell’opera di salvataggio degli ebrei: il console svizzero Carl Lutz e l’italiano Giorgio Perlasca. Quest’ultimo fingeva di essere un console spagnolo in modo da ingannare i nazisti e avvalersi delle immunità di un diplomatico di un paese neutrale.

Il Giusto tra le Nazioni Giorgio Perlasca
Il Giusto tra le Nazioni Giorgio Perlasca

Wallenberg, ormai, era divenuto oggetto dell’odio dei nazisti e delle Croci Frecciate. Adolf Eichmann espresse il desiderio di vedere “quel cane ebreo di svedese”  fucilato. Pertanto, nelle ultime settimane dovette nascondersi.

Finalmente, nel gennaio del 1945, l’Armata Rossa entrò a Budapest. Wallenberg rinfrancato dalla fine del regime nazista predispose un piano per approntare dei servizi sociali volti ad aiutare la popolazione civile. Era pronto a presentarlo alle autorità sovietiche quanto venne da queste inspiegabilmente arrestato. Una delle tesi più accreditate è che, nel disordine generale, fosse stato scambiato per una spia al servizio degli americani. La follia del regime staliniano faceva sì che chiunque venisse sospettato.

Le Croci Frecciate
Le Croci Frecciate

LA TRAGICA FINE DI RAOUL WALLENBERG

Vi sono diversi versioni sulla sua fine.

Secondo un certificato di morte presentato nel 1957 dal ministro degli esteri sovietico, Andrej Gromiko , Raoul Wallenberg morì, a Mosca, di infarto nella prigione del KGB,   Lubjanka, il 17 luglio 1947. Il governo sovietico presentò anche delle scuse ufficiali attribuendo la responsabilità dell’accaduto ai gravi eccessi del regime stalinista.

Invece, in base alle affermazioni di Simon Wiesenthal, il noto “cacciatori di nazisti”, Wallenberg sarebbe deceduto in un ospedale psichiatrico sovietico dove era stato ricoverato in seguito a uno sciopero della fame. Purtroppo, il regime sovietico era noto per internare molti dissidenti nelle cliniche per malati mentali. Era un modo per asserire che il dissenso fosse in realtà dovuto a una malattia psichiatrica.

Una commissione d’inchiesta svedese ha espresso il sospetto che Raoul Wallenberg sia vissuto prigioniero in Unione Sovietica per molti anni successivi al 1947. Mentre recenti affermazioni di giornalisti russi sostengono che la sua morte non fosse dovuta a un infarto bensì a fucilazione.

Vi è anche una versione, molto romanzata, in base alla quale Wallenberg sarebbe stato liberato negli anni Cinquanta e, a causa delle terribili esperienze subite, abbia preferito continuare la propria esistenza in incognito servendosi di un falso nome. Si può affermare che questa ipotesi sia molto inverosimile.

Certo è che il governo sovietico espresse le proprie scuse per il tragico errore. Allo stesso tempo quello svedese si scusò con la famiglia Wallenberg per aver trascurato le sorti del coraggioso diplomatico.

Non si scordò di lui lo Stato d’Israele. Infatti, lo Yad Vashem lo riconobbe “Giusto tra le Nazioni”.

 

CONCLUSIONI

La scrittrice statunitense Veronica Roth ha espresso la considerazione:

Credo negli atti di coraggio ordinario, nel coraggio che spinge una persona a ergersi in difesa di un’altra

Raoul Wallenberg espresse proprio tale tipo di coraggio. Mise infinite volte a repentaglio la propria vita per salvare quella del prossimo. Molte furono le volte in cui si presentava alla stazione di Budapest, dinnanzi a soldati con i mitra spianati, per esigere che degli ebrei, in procinto di essere deportati, venissero fatti scendere dai treni. In quanto tutelati dalla diplomazia svedese.

Purtroppo, il suo immenso coraggio non venne affatto riconosciuto dall’intransigenza fanatica del regime staliniano. Costantemente propensa nell’individuare potenziali nemici.

Comunque, oggigiorno, a risplendere come modello di umanità è il nome di Raoul Wallenberg. Non certo quelli di Adolf Hitler, Adolf Eichmann, Iosif Stalin.

BIBLIOGRAFIA

“Raoul Wallenberg. La biografia: L’uomo che salvò dalla Shoah migliaia di ebrei ungheresi” di Ingrid Carlberg

“Raoul Wallenberg. L’uomo che salvò centomila ebrei” di Domenico Vecchioni

“Giorgio Perlasca e Raoul Wallenberg. Ricordando” di Carlo Franchi

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