1957, San Marino diventa un protagonista della Guerra Fredda

Milizia
Repubblica di San Marino
Repubblica di San Marino

LE DELETERIE TENSIONI DELLA GUERRA FREDDA NELLA REPUBBLICA DI SAN MARINO

 

I rapporti tra la Repubblica di San Marino e l’Italia sono sempre stati contraddistinti da uno spirito di concordia e di solidarietà. Di conseguenza le due nazioni hanno condiviso svariate pagine di storia. Sfogliando le quali è possibile scorgere i patrioti italiani che, durante il Risorgimento, trovarono un sicuro rifugio nella minuscola nazione. Uno di loro fu l’illustre Giuseppe Garibaldi che, nel 1849, era incalzato dalle truppe austriache dopo aver strenuamente condotto la difesa della Repubblica Romana. Scorrendo le pagine si giunge nel corso della Seconda Guerra Mondiale, quando il fronte si stabilizzò lungo la Linea Gotica e San Marino offrì una caritatevole assistenza a decine di migliaia di sfollati italiani.

Nell’autunno del 1957, invece, fu l’Italia a dover intervenire in soccorso della piccola repubblica. La quale, in uno dei periodi più aspri della Guerra Fredda, si trovava in un grave impasse determinato dalla rigida contrapposizione ideologica tipica di quel periodo. I cosiddetti “Fatti di Rovereta” si riferiscono, infatti, al dissidio tra la componente politica socialcomunista e quella democristiana. Ormai sono trascorsi più di sessanta anni e gli attuali contrasti tra gli Stati Uniti e la Russia sono da ascriversi a motivazioni prettamente geopolitiche. A quell’epoca, invece, vi erano anche concezioni differenti su svariati ambiti. A partire da come dovessero essere strutturati i sistemi economici fino alla vita privata di ogni singolo cittadino.

Oggigiorno, è possibile mantenere i propri orientamenti politici avulsi dall’analisi di quell’avvenimento storico. Vi è ormai piena concordanza sul fatto che l’Unione Sovietica, nel 1991, sia collassata in seguito alle gravi contraddizioni economiche e sociali del suo sistema di governo. Nel 1957, invece, non era affatto indubbio comprendere in quale dei due schieramenti fosse maggiormente assennato collocarsi. I comunisti ritenevano che sarebbero riusciti nell’intento di instaurare una sorta di paradiso dei lavoratori, dove ognuno avrebbe ottenuto tutto ciò che gli era necessario per soddisfare i propri bisogni. Gli anticomunisti, al contrario, sostenevano che tale ideologia conducesse a una società liberticida dove le condizioni di vita erano molto misere.

Anche a San Marino aleggiava il clima avvelenato tipico della Guerra Fredda. Dal 1945 fino al 1957 il governo si era retto su una coalizione tra il Partito Comunista Sammarinese e il Partito Socialista Sammarinese. Con la Democrazia Cristiana all’opposizione. Il parlamento del piccolo stato, denominato “Consiglio Grande e Generale”, era composto da sessanta consiglieri. Le motivazioni dei successi elettorali della coalizione socialcomunista erano da ascriversi, soprattutto, al fatto che a San Marino vi era una comunità di intenti tra il proletariato e la piccola borghesia. Affinché il potere non fosse di esclusiva pertinenza delle famiglie patrizie. Le quali lo avevano gestito, in modo oligarchico, per secoli e, durante il Ventennio, avevano anche espresso una sentita vicinanza al regime fascista.

Gli Stati Uniti non gradivano affatto che nell’area geografica sottoposta alla loro influenza vi fosse uno stato retto da un governo socialcomunista. Infatti, come ritorsione, San Marino non aveva potuto usufruire degli ingenti aiuti previsti dal Piano Marshall.  Nell’estate del 1957 il segretario della Democrazia Cristiana Sammarinese, Federico Bigi, era stato invitato negli Stati Uniti da Richard Nixon. Il quale all’epoca ricopriva la carica di vicepresidente. Con tale invito gli Stati Uniti intendevano esprimere il loro sostegno al maggior partito sammarinese che si opponeva al governo socialcomunista.

Nel febbraio del 1957 cinque consiglieri del Partito Socialista abbandonarono la coalizione che, di conseguenza, non esprimeva più la maggioranza dei seggi. Su trenta scranni si sedevano i consiglieri socialcomunisti; su altrettanti i consiglieri dell’opposizione.   Per alcuni mesi l’impasse non impedì che venissero espletate le principali funzioni governative. Però, nel mese di ottobre, un dissidente del Partito Comunista si schierò con la Democrazia Cristiana. Il fatto che dei consiglieri socialcomunisti lasciassero tale coalizione fu principalmente dovuto alle riflessioni conseguenti alla dura repressione sovietica attuata, nel 1956 sia in Ungheria che in Polonia, contro le proteste delle popolazioni insofferenti. Il governo socialcomunista di San Marino era giunto, addirittura, a giustificare l’intervento dell’Unione Sovietica nella nazione magiara, considerandola legittima.

A quel punto la Democrazia Cristiana, assieme ai dissidenti del Partito Socialista e del Partito Comunista, rappresentava la nuova maggioranza. Pertanto, si proclamarono governo provvisorio e si riunirono in un capannone industriale ubicato nella frazione di Rovereta. Temendo un possibile attacco da parte della fazione Socialcomunista. Allo stesso tempo il Partito Comunista e il Partito Socialista indicevano nuove elezioni con buone probabilità di vincerle. Il governo italiano, presieduto dal senatore Adone Zoli, resosi conto che la situazione si stava progressivamente inasprendo, e spronato dall’amministrazione americana, fece intervenire dei reparti di carabinieri. I quali si schierarono nei tre lati del capannone che confinavano con l’Italia. In questo modo intendevano proteggere i membri del governo provvisorio da eventuali attacchi. Inoltre, l’Italia riconobbe i consiglieri riunitisi a Rovereta come i rappresentanti dell’unico e legittimo governo di San Marino. Venne altresì predisposto un embargo che contemplava i viveri e i medicinali, in modo da incalzare la fazione socialcomunista affinché cessasse ogni forma di resistenza e ammettesse la liceità del governo di Rovereta.

Blindati italiani al confine con San Marino
Blindati italiani al confine con San Marino

 

Entrambe le fazioni organizzarono delle milizie. Quella socialcomunista era particolarmente abborracciata essendo, infatti, munita di vecchi fucili da caccia. Quella di Rovereta, invece, disponeva di armi moderne e si presume che tra le sue file fossero stati arruolati anche dei carabinieri italiani.

Milizia
Milizia

L’undici ottobre di quello stesso anno i leader della coalizione socialcomunista, Giordano Giacomini e Primo Marani, compresero che era inutile continuare a resistere. Accortamente sciolsero la loro milizia e permisero che si insediasse il nuovo governo. L’assennatezza dei sammarinesi aveva fatto in modo che in quell’escalation non vi furono vittime. Una parte di tale merito è da ascriversi al comandante della gendarmeria, il capitano Ettore Sozzi, e alle sue straordinarie capacità nel garantire l’ordine pubblico.

Giovanni Savoretti, fondatore della Democrazia Cristiana Sammarinese, si affacciò dal balcone del Palazzo Pubblico e tenne un discorso volto a indurre una conciliazione. Asserì che i principi sociali del cristianesimo concordano con quelli del socialismo democratico. Pertanto, operando di comune accordo, è possibile garantire una maggiore giustizia sociale.

Alcuni reputano che nel corso dei “Fatti di Rovereta” vi fu una illegittima intromissione del governo italiano nella politica interna della Repubblica di San Marino. Tale considerazione è condivisibile se tale vicenda venisse analizzata in base alle logiche attuali. Nel 1957, però, la rigida contrapposizione tra il blocco occidentale e quello sovietico rendeva necessario che tali avvenimenti venissero affrontati, in modo risoluto, attenendosi alla pragmatica realpolitik.

Tensioni nelle strade di San Marino
Tensioni nelle strade di San Marino

È innegabile che l’Unione Sovietica aveva appena iniziato il processo di destalinizzazione, conseguente al morte del paranoico e spietato tiranno. Nikita Chruščëv aveva denunciato i gravissimi crimini del suo predecessore, ma le tensioni con il blocco occidentale erano ancora vive. Allo stesso tempo le nazioni nell’orbita sovietica esprimevano sempre più il loro malessere. Nell’autunno del 1956 molti ungheresi si erano ribellati e le truppe sovietiche erano intervenute per sopprimere ogni forma di dissenso. Migliaia di persone persero la vita e centinaia di migliaia di ungheresi lasciarono la loro patria.

Nel mondo il clima pericolosamente teso si protrasse anche negli anni successivi ai “Fatti di Rovereta”. Nel 1961 a Berlino venne eretto il famigerato muro. Il quale rappresentò la penosa spaccatura della città che si mantenne fino al 1989. Nel 1963 il tentativo dei sovietici di dispiegare dei missili balistici sull’isola di Cuba rischiò, addirittura, di provocare uno scontro nucleare.

Il processo di distensione tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica ebbe inizio solamente a partire dalla metà degli anni Sessanta. Per raggiungere l’acme con la presidenza di Richard Nixon, supportato dalle eccelse capacità diplomatiche di Henry Kissinger. Negli anni Cinquanta, invece, vigeva la dottrina del presidente Eisenhower. In base alla quale era necessario esercitare delle cosiddette politiche di “Contenimento” per evitare l’espansionismo sovietico.

Oggigiorno buona parte della popolazione sammarinese, nata dopo quell’epoca, ignora i cosiddetti “Fatti di Rovereta”. Tra coloro che, invece, conoscono quegli episodi non vi è una convergenza di vedute nel valutarli. Alcuni asseriscono che la Democrazia Cristiana, con il decisivo appoggio del governo italiano, attuò un golpe stravolgendo il responso delle urne. In quanto i cittadini, due anni prima, si erano espressi a favore della coalizione socialcomunista. Al contrario, altri sammarinesi sostengono che l’ascesa al governo di un partito gradito alle potenze occidentali fece sì che nel piccolo stato avesse l’abbrivio, anche grazie agli aiuti degli Stati Uniti, un florido sviluppo economico. Oltre a agevolare l’ingresso di San Marino nel Consiglio d’Europa e nelle Nazioni Unite.

Al seguente link è disponibile un video dedicato a tale episodio storico:

“I Fatti di Rovereta”

BIBLIOGRAFIA

“Gli intrighi di una repubblica” di Claudio Visani

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.