La classe di ferro dei “Ragazzi del ’99”

Ragazzi del 99
Ragazzi del 99
Ragazzi del 99

LA CLASSE DI FERRO DEI “RAGAZZI DEL 1899”

 

I “Ragazzi del ‘99”. La cosiddetta “Classe di Ferro”. Dei diciottenni coinvolti nella fornace della Prima Guerra Mondiale. Quella classe di età viene considerata vincente in quanto non conobbe alcuna sconfitta. A differenza di quelle che l’avevano preceduta ebbe la fortuna di non aver conosciuto le cruentissime battaglie sull’Isonzo e non venne coinvolta nella rotta di Caporetto. Circa 260.000 italiani nati nel 1899 venne arruolati nei primi sei mesi del 1917, ma non vennero mandati subito al fronte. Si attese l’esito disastroso della Battaglia di Caporetto per coinvolgerli nei combattimenti. Quando ormai le armate austro-tedesche avevano travolto lo schieramento italiano e vi era il timore che neanche le difese approntante sul Piave riuscissero a resistere.

I “Ragazzi del ‘99” non furono l’ultima classe di età richiamata durante il conflitto. Anche molti giovani nati nel 1900 vennero arruolati. Però non vennero inviati al fronte. Durante la Prima Guerra Mondiale vennero richiamati cittadini che andavano dalla classe di età del 1874 al 1900. Alcune di queste classi vennero dissanguate. È sufficiente tenere conto del fatto che le forze armate italiane ebbero 650.000 e 500.000 mutilati per comprendere l’entità della tragedia. Nel corso del conflitto per ogni esercito europeo vi era l’assillo di riuscire ad arruolare altri uomini da inviare verso il fronte. In Italia le reclute seguivano i cosiddetti “corsi di corsa” e dopo poche settimane era considerate pronte per il conflitto.

Le facce imberbi dei Ragazzi del 99
Le facce imberbi dei Ragazzi del 99

La Battaglia di Caporetto iniziò nella notte tra il 23 e il 24 ottobre del 1917. Le truppe austro-tedesche sfondarono il fronte costringendo l’esercito italiano a una ritirata di 150 chilometri. Assieme ai soldati erano presenti anche centinaia di migliaia di civili che fuggivano temendo i soprusi degli invasori. Nella Prima Guerra Mondiale le violenze sulle popolazioni civili non furono sistematiche come durante il secondo conflitto, ma ogni esercito invasore si macchiò comunque di violenze.

Il giovanile entusiasmo dei “Ragazzi del 1899”, unito all’esperienza dei veterani, generò quella amalgama prodigiosa che permise di resistere all’avanzata avversaria e consolidare un fronte sul fiume Piave. Lo spirito innocente di quei giovanissimi iniettò tenerezza nei veterani. In quel momento stanchi di tre anni di conflitto.

Colpiscono le parole pronunciate dal comandante di stato maggiore, generale Armando Diaz, nel novembre del 1917:

I giovani soldati della classe 1899 hanno avuto il battesimo del fuoco. Il loro contegno è stato magnifico. Andavano in prima linea cantando. Li ho visti tornare in esigua schiera. Cantavano ancora.”

Giovani ragazzini
Giovani ragazzini

Dopo il loro arrivo l’Italia conobbe solo vittorie: la Battaglia d’Arresto, la Battaglia del Solstizio, la Battaglia di Vittorio Veneto. Questo è anche il motivo per il quale la classe del 1899 si è sempre ammantata di un’aura di vittoria. Dopo tali considerazioni, però, è doveroso ricordare l’indubbio trauma personale di ciascuno di quei ragazzi che dovettero passare dalla spensieratezza dei loro diciotto anni alla crudeltà della guerra. Tra loro vi era anche un timido montanaro che ricevette la cartolina per il richiamo una settimana dopo che la sua famiglia aveva ricevuto la comunicazione che l’altro loro figlio, Clemente, era deceduto al fronte. Quel montanaro si chiamava Alessandro Margaira. Era mio nonno.

BIBLIOGRAFIA

“I ragazzi del ’99. Il racconto dei diciottenni al fronte” di Carlo Manghi

“1918 Monte Grappa. Diario di guerra di un «ragazzo del ’99»” di Giuseppe Perrozzi

“Giorni migliori verranno per me e per la patria. Il racconto di un «ragazzo del ’99» sul Grappa” di Dino Piazza

 

2 Risposte a “La classe di ferro dei “Ragazzi del ’99””

  1. Saonara, 24/11/2023
    Gentilissimi,
    in questa esposizione dite che sono stati arruolati nella prima guerra mondiale giovani della clase 1900.
    Vi segnalo il nome di un cugino di mio padre Carlo (classe 1912).
    Si chiamava Cecchinato Antonio di Prosdocimo e di Varotto Regina , nato a Padova il 3 febbraio 1900, appartenente al 57° Reggimento artiglieria da campagna, è morto il 5 agosto 1918 sul Monte Grappa.
    E’ stato decorato con Medaglia di bronzo al V.M.
    A lui hanno dedicato la Scuola elementare della “Vittoria” alla Mandria.
    Il papà aveva una proprietà nelle vicinanze di Villa Giusti dove, qualche mese dopo, è stato firmato l’Armistizio.
    Antonio era il primo di 8 figli cresciuti dei miei prozii.
    A voi dico di continuare a ricercare, scrivere, diffondere i vostri lavori. Siete un esempio di sensibilità.

    Cordialmente.
    Angelo Cecchinato
    Mail: angelocecchinato@libero.it

    PS
    Prosdocimo era figlio di Cecchinato Agostino e di Bassan Vincenza di Salboro, una frazione di Padova.
    Hanno avuto 8 figli. Questi ne hanno avuto 60.

    1. Signor Cecchinato, la ringrazio tantissimo per il suo interessante intervento e la ringrazio anche molto per le parole che ha espresso nei miei confronti. Un cordiale saluto

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