IL RASTRELLAMENTO DEL VELODROMO. IL BIECO SERVILISMO DEI FILONAZISTI FRANCESI.

Il rastrellamento del Velodromo d'Inverno

Il rastrellamento del Velodromo d'Inverno
Il rastrellamento del Velodromo d’Inverno

IL RASTRELLAMENTO DEL VELODROMO. IL BIECO SERVILISMO DEI FILONAZISTI FRANCESI.

 

Il “Rastrellamento del Velodromo d’Inverno”.  Nel maggio del 1942 le istituzioni francesi che collaboravano con gli occupanti nazisti dimostrarono il loro squallido servilismo. Infatti, arrestarono 13.000 ebrei per poi deportarli verso i campi di sterminio. Agendo in autonomia prima ancora che fossero i nazisti a richiedere una tale operazione. La spietatezza con la quale procedettero dimostra l’odio provato dai collaborazionisti francesi nei confronti della comunità ebraica.

Su youtube è presente un video dove riassumo i passi salienti di questo articolo. Il link è il seguente:

Il Rastrellamento del Velodromo d’Inverno

 

L’OPERAZIONE “VENTO DI PRIMAVERA”

Il 4 luglio del 1943 René Bousquet, capo della polizia del governo collaborazionista, si incontrò con degli ufficiali delle SS esprimendo la disponibilità della polizia francese a partecipare alle retate.

Il 16 luglio ebbe inizio l’operazione denominata “Vento di primavera”. Quindi l’arresto degli ebrei nella città di Parigi. Inizialmente si pensò di escludere dall’arresto le donne gravide quelle che allattavano. Però, con molto cinismo, si decise di soprassedere asserendo che tali valutazioni sarebbero state effettuate in un secondo tempo.  I nazisti erano interessati alle persone tra i sedici anni e i quarant’anni. Tuttavia, Pierre Laval, primo ministro francese, intervenne affinché anche i figli con meno di sedici anni venissero arrestati assieme ai genitori. Cinicamente il ministro asserì di aver emanato tale direttiva affinché le famiglie non venissero divise.

Dei circa 13.000 arrestati il 30% erano dei bambini. Fu loro concesso di portare con sé solo una coperta, un maglione e un paio di scarpe, Una parte di quegli sfortunati venne subito inviata nel campo di transito di Drancy, a nord di Parigi, in attesa di essere deportata nei lager nazisti. La maggioranza, compresi tutti i bambini, venne invece rinchiusa in un velodromo. Il cosiddetto “Velodromo d’Inverno”. Vi era meno di un metro quadrato a disposizione per ogni persona. Per i primi due giorni non venne distribuito alcun pasto. Poi, a partire dal terzo giorno, gli arrestati ricevettero una misera tazza di brodo e 70 grammi di pane. Per cercare di impedire eventuali fughe tutte le porte e le finestre vennero chiuse e, di conseguenza, si raggiunsero temperature terribili. Alcune donne incinte ebbero degli aborti. Vi era un solo rubinetto per l’acqua e i bagni erano drasticamente insufficienti. Coloro che tentarono la fuga vennero immediatamente fucilati.

Dopo aver vissuto per cinque giorni in quelle condizioni estreme gli arrestati vennero avviati verso i campi di sterminio. Dove solamente un centinaio dei 13.000 arrestati riuscì a sopravvivere.

 

La deportazione verso i lager
La deportazione verso i lager

 

LA PUNIZIONE DEI COLPEVOLI

 

Nel dopoguerra i maggiori responsabili vennero chiamati a risponderne dinnanzi alla Giustizia umana. Il ministro Pierre Laval venne fucilato per il servile collaborazionismo dimostrato nei confronti dell’occupante nazista. René Bousquet, responsabile della polizia, venne inizialmente graziato per poi essere incriminato negli anni Novanta. Uno squilibrato lo uccise mentre era in attesa del processo. Theodor Dannecker, l’ufficiale tedesco che coadiuvò i responsabili del rastrellamento, si suicidò alcuni giorni dopo essere caduto prigioniero dell’esercito americano.

 

Renè Bousquet
Renè Bousquet

 

LE SCUSE DELLA FRANCIA

Nel 1995 il presidente francese Jacques Chirac chiese scusa, a nome di tutto il paese, per il ruolo che i membri della polizia e i funzionari statali ebbero nel raid. Le sue parole furono:

Lo Stato francese conserva nei confronti degli ebrei un debito imprescrittibile, per avere assecondato, insieme con un certo numero di francesi, la follia criminale dell’occupante tedesco, e averli consegnati ai loro boia.”

Nel 2017 si aggiunsero anche le scuse del presidente Emmanuel Macron. Il quale affermò:

E’ la Francia che ha organizzato il rastrellamento, non un singolo tedesco prese parte a ciò

Oggigiorno un monumento, ubicato a Parigi nel Quindicesimo Arrondissement, ricorda quel tragico avvenimento.

 

Nel 2010 i registi i francesi Gilles Paquet-Brenner e Roselyne Bosch dedicarono al rastrellamento de velodromo i film “Vento di Primavera” e “La chiave di Sara”. I quali possono essere visti gratuitamente, e in lingua italiana, su youtube ai seguenti link:

Vento di primavera

La chiave di Sara

 

Jacques Chirac
Jacques Chirac

 

CONCLUSIONI

Durante la Seconda Guerra Mondiale in tutte le nazioni invase dai nazisti vi fu una parte della popolazione, più o meno cospicua, che collaborò con gli occupanti. In Italia, infatti, i reparti della Repubblica Sociale di Mussolini collaborarono con i tedeschi nei rastrellamenti e nelle rappresaglie contro i propri patrioti.

Allo stesso tempo vi furono eroi che donarono se stessi per il salvataggio del prossimo. Un esempio fu Raoul Wallenberg

L’illustre giornalista Indro Montanelli sosteneva che, in molti casi, il servilismo non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi. Nel caso del Rastrellamento del Velodromo di Parigi, appunto, è possibile constatare come i collaborazionisti francesi andarono ben oltre a quello che i nazisti richiedevano loro. Distinguendosi nella brutalità e nella più totale mancanza di sensibilità nei confronti di migliaia di esseri umani. Indro Montanelli viene considerato un grande pensatore dell’ambito politico afferente alla destra ed è singolare che la sua considerazione sul servilismo sia affine a quella del fondatore dell’anarchismo: Michail Bakunin. Il quale sosteneva che il servilismo è una servitù volontaria.

Tale predisposizione dell’uomo nei confronti di chi gli è superiore la notiamo non soltanto negli episodi storici, ma è un leitmotiv anche della normale quotidiana. Infatti, è possibile osservare manifestazioni di servilismo nelle normali dinamiche di un ufficio o di un’industria. Un tale aspetto rende particolarmente autentico l’aforisma dello scrittore George Orwell:

“Molto meglio il lupo solitario del cane servile”.

 

BIBLIOGRAFIA

“Abbiate pietà di mio figlio. Le lettere ritrovate dei deportati ebrei al Velodromo d’Inverno” di Karen Taieb

“La Francia di Vichy” di Henry Rousso

“L’eredità di Auschwitz: Come ricordare?” di Georges Bensoussan

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