SALVATAGGIO DEGLI EBREI DANESI. UN PICCOLO POPOLO; UN CUORE IMMENSO

Il salvataggio degli ebrei danesi

SALVATAGGIO DEGLI EBREI DANESI. UN PICCOLO POPOLO; UN CUORE IMMENSO

Il salvataggio degli ebrei danesi
Il salvataggio degli ebrei danesi

 

Quando un piccolo popolo dimostrò di avere un cuore immenso: la Shoah in Danimarca. I danesi riuscirono eroicamente a ostacolare i piani orditi dai nazisti per sterminare la comunità ebraica. Incoraggiati da un sovrano illuminato e sensibile, Cristiano X, fecero in modo che la maggior parte degli ebrei residenti in Danimarca venissero salvati.

 

INVASIONE DELLA DANIMARCA

Nell’aprile del 1940 la Danimarca venne invasa dalle truppe tedesche. La sproporzione delle forze era tale da rendere fin da subito vana qualsiasi forma di resistenza. Dopo poche ore di combattimenti i danesi furono obbligati ad arrendersi. Cominciarono così cinque anni di occupazione militare. A differenza di molti altri popoli sottomessi al giogo nazista i danesi, però, avevano il dubbio vantaggio di essere considerati degli appartenenti alla cosiddetta “razza ariana”. Così gli occupanti mantennero, in taluni ambiti, una condotta meno rigida.

 

IL SOVRANO ILLUMINATO CRISTIANO X

Nonostante l’occupazione il sovrano Cristiano X non abbandonò il paese e divenne un simbolo della resistenza nei confronti dell’invasore. Quotidianamente cavalcava per le strade di Copenaghen in modo da rafforzare tale emblema. Nelle passeggiate non si faceva accompagnare dalle guardie del corpo sostenendo che fosse tutta la popolazione danese a vigilare sulla sua incolumità. Un aneddoto racconta che un giorno Cristiano X si rivolse a un generale tedesco affinché facesse rimuovere la bandiera nazista dal parlamento danese. L’ufficiale rifiutò in modo energico e, di conseguenza, il sovrano affermò che avrebbe inviato un soldato danese a farlo. Il generale minacciò che tale soldato sarebbe stato ucciso, ma Cristiano X precisò che quel soldato sarebbe stato lui stesso. La bandiera venne così rimossa.

Cristiano X
Cristiano X

TOLLERANZA RELIGIOSA IN DANIMARCA

Le autorità danesi informarono i nazisti che non avrebbero preso in considerazione misure discriminatorie contro la comunità ebraica. Infatti, quando dei danesi filonazisti commisero degli atti vandalici contro alcune sinagoghe la giustizia li punì severamente.

I nazisti volevano evitare di imporre una legislazione antiebraica, e quindi ledere i rapporti tra i due paesi, perché la Danimarca era molto utile allo sforzo bellico tedesco. Infatti, la prospera agricoltura danese forniva molte derrate alimentari. I nazisti temevano che tramite degli scioperi, oppure degli atti di sabotaggio, le esportazioni verso la Germania potessero essere compromesse.

La Danimarca era, già a quell’epoca, un paese in cui vigeva una completa tolleranza religiosa. Tale spirito è condensato nelle parole del teologo danese Nikolaj Grundtvig:

“Prima si è esseri umani, poi si è cristiani”

 

INIZIO DELLE PERSECUZIONI

Fino all’estate del 1943 i nazisti non adottarono particolari misure contro gli 8.000 ebrei residenti in Danimarca. Finché, su volere di Adolf Hitler, non decisero che anche in quel paese doveva essere applicata l’atroce “soluzione finale”. Il diplomatico tedesco Georg Ferdinand Duckwitz di fronte alla gravità della situazione sopì la lealtà nei confronti del proprio paese e si adoperò, coraggiosamente, per evitare la tragedia. Inizialmente, contattò i suoi referenti presso il governo tedesco affinché non si procedesse al rastrellamento degli ebrei. Accortosi della inutilità di tale richiesta contattò il primo ministro svedese affinché si dimostrasse disponibile ad accogliere gli ebrei danesi. Infine, informò le autorità danesi dell’imminente pericolo. Nel dopoguerra a George Ferdinand Duckwitz verrà conferito il riconoscimento di “Giusto fra le nazioni”.

A convincere le autorità svedesi a concedere rifugio agli ebrei in fuga dalla Danimarca fu anche il fisico danese Niels Bohr. L’attrice svedese Greta Garbo convinse il sovrano Gustavo V a incontrare il fisico. Il quale agì affinché la radio e la stampa svedese comunicassero la piena disponibilità di quel paese nell’accogliere gli ebrei danesi.

George Duckwitz
George Duckwitz

SALVATAGGIO DEGLI EBREI DANESI

Informati dei prossimi rastrellamenti i danesi dettero l’avvio a una gloriosa operazione di salvataggio. Tra i molti si distinsero membri della Resistenza e uomini di Chiesa.

In poche settimane, grazie al contributo fondamentale dei pescatori danesi, 7.000 ebrei vennero trasferiti nella neutrale Svezia. Cinquecento trovarono rifugio presso abitazioni e chiese. Mentre, purtroppo, altri cinquecento vennero arrestati. Quest’ultimi vennero deportati nel campo di concentramento di Theresienstadt. Nei loro confronti il governo danese, con il supporto della Croce Rossa, agì affinché fossero garantiti gli standard minimi per la sopravvivenza. Infatti, la maggior parte di loro si salvò.

 

CONCLUSIONI

L’eroica opposizione alla Shoah dimostrata dal popolo danese deve far riflettere su quante persone, invece, rimasero insensibili dinnanzi a tale tragedia. Oppure furono addirittura partecipi. In questo blog vi sono articoli che mostrano come il diplomatico svedese Raoul Wallenberg salvò decine di migliaia di ebrei ungheresi. Lo stesso fecero i soldati del Quarto Corpo d’Armata italiano dislocati nel sud della Francia. Uomini che non voltarono lo sguardo quando dei loro simili avevano bisogno di aiuto. Uomini che non sono rimasti insensibili dinnanzi alle grida addolorate. Completamente al contrario di quegli essere umani ricordati nell’aforisma del drammaturgo dell’Antica Roma Publilio Siro:

“La persona crudele è insensibile alle lacrime: anzi, se ne nutre!”

Le considerazioni di questo articolo sono rappresentante, con un sottofondo musicale, nel seguente video:

Il salvataggio degli ebrei danesi

 

BIBLIOGRAFIA

“Il racconto della Shoah per il XXI secolo” di Francesca Luciani

“The Whispering Town” di Jennifer Elvgren

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