I giovani della “Rosa Bianca” si opposero al nazismo

La Rosa Bianca

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INTRODUZIONE

I ragazzi e le ragazze della “Rosa Bianca” rappresentarono un indomito tentativo di opporsi al nazismo.  Senza ricorrere ad alcuna forma di violenza cercarono di risvegliare nel popolo tedesco un sentimento critico. In particolare, erano consapevoli che la cultura tedesca aveva generato illustri scrittori come Goethe. Filosofi quali Hegel e Schopenhauer. Pertanto, il lato colto e sensibile della Germania andava risvegliato affinché vi fosse una opposizione efficace contro Hitler e i suoi accoliti. Il nazismo rappresentava una accozzaglia di ignoranti, cultori di miti pagani.  Allo stesso tempo erano riusciti a imbrigliare le menti di quello che erano uno dei popoli tra i più colti al mondo. Un popolo che aveva espresso, ed esprimeva, scienziati, intellettuali e artisti.

 

I giovani della Rosa Bianca riuniti
I giovani della Rosa Bianca riuniti

LA ROSA BIANCA

Il gruppo della Rosa Bianca era composto, inizialmente, da cinque giovani studenti: Hans e la sorella Sophie Scholl, Christoph Probst, Alexander Schmorell e Willi Graf . A cui si aggiunse il professore Kurt Huber. Nonostante la loro giovane età alcuni di loro avevano prestato servizio sul fronte francese e su quello russo. Dove avevano visto le brutalità commesse nei confronti degli ebrei.  Sophie Scholl, avendo lavorato come infermiera, era rimasta impressionata dal programma di eutanasia, pianificato dal governo nazista. Attraverso il quale si intendevano eliminare tutte le persone che, a causa di disabilità, venivano considerate un onere sociale.

Tutti erano sostenuti da un forte sentimento religioso. La loro forma di lotta, del tutto non-violenta, consisteva nel distribuire degli opuscoli che incitassero il popolo tedesco affinché si opponesse alla ideologia nazista. Per alcune volte riuscirono a eludere i rigidi controlli della Gestapo. Finché decisero, temerariamente, di lanciare dei volantini nell’atrio dell’Università di Monaco di Baviera.   Vennero così individuati da alcuni dipendenti e consegnati alla Gestapo.

Per diversi giorni furono sottoposti a delle torture affinché rilevassero i nomi degli altri componenti della Rosa Bianca. Ma seppero affrontare coraggiosamente le sevizie. Tant’è che gli stessi poliziotti furono stupiti da tale atteggiamento eroico. Durante gli interrogatori ai giovani veniva rinfacciato il fatto di aver eseguito della propaganda antinazista mentre milioni di soldati tedeschi stavano combattendo sui vari fronti. Loro rispondevano che l’obiettivo che perseguivano era proprio di mettere fine a ogni guerra.

I fratelli Scholl e Christoph Probst  vennero subito processati da un tribunale presieduto dal giudice Roland Freisler. Un fanatico estimatore di Hitler che dopo un dibattimento durato solo cinque ore li condannò alla decapitazione. Affermando che tale sentenza doveva essere eseguita il giorno stesso. Fu un processo privo della componente deputata alla difesa degli imputati.

Le guardie del carcere, colpite dal coraggio dei tre ragazzi, fecero in modo che prima di affrontare il patibolo potessero stare assieme qualche minuto. Condividendo un’ultima sigaretta. Erano molto tranquilli dichiarando che dopo pochi minuti si sarebbero rivisti nell’eternità. La vera Fede garantisce tale audacia nell’affrontare la morte. Ne fu un altro esempio il modo in cui, in Italia, il carabiniere Salvo D’Acquisto sacrificò la sua vita per salvare quella di ventidue innocenti.

La maggior parte dei membri della Rosa Bianca venne condannata a morte nei mesi successivi.  I pochi che vennero a pene detentive furono liberati alla fine del conflitto.

Il fanatico giudice Roland Freisler
Il fanatico giudice Roland Freisler

RESISTENZA ALL’INDOTTRINAMENTO

I ragazzi della Rosa Bianca erano riusciti a resistere all’indottrinamento tipico delle scuole tedesche di quel periodo. Infatti, fin da bambini veniva inculcato il culto nei confronti di Adolf Hitler. Le sue immagini apparivano ovunque e sui libri di testo vi erano racconti di bambini che avevano avuto l’onore di incontrare il Fuhrer.  Inoltre, i testi adottati propugnavano il militarismo, il razzismo e l’antisemitismo. Per non parlare del fatto che tutti gli insegnanti ritenuti non completamente allineati all’ideologia nazista erano stati allontanati.

Allo stesso tempo erano state vietate tutte le associazioni giovanili affinché si fosse obbligati a militare nella “Gioventù Hitleriana” e nella “Lega delle Giovani Tedesche”. Grazie alla quale il regime proseguiva nel catechizzare le giovani menti. Hans Scholl, per un breve periodo, era stato un convinto sostenitore della Gioventù Hitleriana. Finché non percepì quanto fosse deplorevole quella ideologia.

Il successivo sistema di indottrinamento era rappresentato dalle forze armate.

Il fatto che dei giovani, come quelli della Rosa Bianca, fossero riusciti a mantenere vivi, in tale regime dispotico, dei principi quali l’amore fraterno verso il prossimo dimostra quanto fossero intrisi di nobili sentimenti.

Fortunatamente il gruppo della Rosa Bianca non fu l’unico movimento tedesco di opposizione al regime. Il fatto stesso che più di un milione di tedeschi venne internato nei campi di concentramento dimostra come il sentimento antinazista fosse più vivido di quanto si potesse supporre. Gli oppositori solitamente erano socialisti, comunisti, esponenti delle chiese cattoliche e protestanti, militari. Il fatto stesso che contro Hitler vi furono ben diciassette attentati dimostra come una parte del popolo tedesco fosse avversa al nazismo. Ciò nonostante una caratteristica della Rosa Bianca è che, a differenza degli altri oppositori, i suoi esponenti avevano avuto una formazione giovanile completamente intrisa dalle farneticazioni naziste.   Riuscendo a rimanerne indenni.

 

Anna Frank
Anna Frank

CONCLUSIONI

In molte persone, oggigiorno, vi è ancora l’errata convinzione che attorno ad Adolf Hitler vi fosse un consenso assoluto. Invece, oltre ai coraggiosi oppositori, sopracitati, vi erano milioni di tedeschi che mostravano una certa fedeltà solamente per timore. Tipico di tutte le dittature è il fatto una parte dei cittadini segue il regime per fede, altri per interessi, altri per paura e altri ancora per indifferenza.  La Rosa Bianca cercò proprio di destare i loro animi.

Riporto nuovamente la frase di Anna Frank: “Credo nel sole anche quando piove”. Proprio per evidenziare che anche nei momenti più tetri, quando sembrerebbe che un regime dispotico abbia il controllo universale, vi sono sempre delle persone che hanno vivo in sé il senso della giustizia.

In un altro mio articolo ho citato il coraggio di August Landmesser. L’operaio tedesco che, volendo esprimere il proprio totale dissenso nei confronti del regime, si rifiutò di salutare Hitler con il saluto nazista. Ma mantenne le braccia incrociate. Anche lui, assieme alla propria moglie, pagò con la vita tale coraggio.

Non penso a tutta la miseria, ma alla bellezza che rimane ancora.” Con quest’altra considerazione Anna Frank, solamente di qualche anno più giovane rispetto ai ragazzi della Rosa Bianca, esprimeva la sua fiducia nei confronti dell’umanità.  Aveva del tutto ragione.

 

BIBLIOGRAFIA

“La Rosa Bianca ” di Inge Scholl

“La Rosa Bianca” di Romano Guardini

“La Rosa Bianca. Giovani contro Hitler” di LorenzoTibaldo

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